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Installazione impianto fotovoltaico sul tetto: i vantaggi per le aziende

Impianto fotovoltaico sul tetto

Sei un imprenditore e stai pensando di installare un impianto fotovoltaico sui tetti aziendali? Puoi accedere a una serie di incentivi che ti permettono di ridurre i costi di acquisto e installazione dei pannelli fotovoltaici.

Installare impianti fotovoltaici sui capannoni industriali è un modo intelligente per investire le risorse economiche a disposizione per la crescita e lo sviluppo della propria impresa.

Decidere di sfruttare le energie rinnovabili vuol dire ridurre in modo considerevole le spese energetiche, aumentare l’indipendenza dalla rete elettrica e incrementare il valore degli immobili.

L’installazione sui tetti industriali è possibile per diversi motivi, il primo è dovuto al fatto che gli impianti fotovoltaici sono composti da pannelli modulari che permettono di coprire diverse metrature.

Inoltre, le moderne tecnologie permettono l’installazione su tutte le tipologie di coperture esistenti, il che vuol dire che si possono posizionare i pannelli fotovoltaici sui capannoni e i tetti industriali più diffusi.

Solitamente, i moduli fotovoltaici sono montati su delle guide che, tramite viti, bulloni e/o morsetti, vengono fissati sul tetto industriale. In caso di copertura con tetto piano, per non effettuare fori, si preferisce usare zavorre per tenere fermi i moduli.

Riduzione dei consumi e tagli alla bolletta

Uno dei vantaggi dovuto all’installazione dei pannelli fotovoltaici è senza dubbio quello di permettere l’autoproduzione di energia elettrica da utilizzare per i consumi aziendali.

Questo comporta una riduzione della dipendenza dalla rete elettrica per l’attività aziendale, e di conseguenza, anche minori costi in bolletta.

Tuttavia, l’energia generata con l’impianto fotovoltaico deve essere consumata nell’immediato, per cui, la percentuale di autoconsumo che l’azienda riesce a raggiungere, dipende dalla differenza tra la capacità di produzione e quella di consumo dell’energia.

Cosa vuol dire? Ad esempio, se la maggiore capacità produttiva dell’azienda si concentra nelle fasi centrali della giornata, quando il sole è alto, e l’impianto fotovoltaico produce molta energia, ci sarà un risparmio considerevole.

Infatti, installare i pannelli fotovoltaici per un’azienda significa ridurre, se non eliminare completamente, i costi dell’energia elettrica, una voce di spesa importante nel bilancio aziendale delle imprese italiane.

Le imprese che producono e consumo energia principalmente nelle ore diurne, potranno contare completamente nell’autoconsumo, senza il bisogno di scambiare l’energia con la rete.

E se l’azienda svolge l’attività produttiva di notte?

Il fotovoltaico è comunque una valida soluzione grazie all’installazione di sistemi di accumulo dell’energia. Anche se l’investimento iniziale è maggiore, la progettazione ottimale dell’impianto permette di abbattere e ammortizzare i costi e recuperare la spesa in poco tempo.

Tutte le aziende che decidono di puntare sull’autoproduzione di energia pulita scegliendo gli impianti fotovoltaici, vanno incontro a una riduzione notevole delle spese dell’energia, inoltre, si mettono al riparo dalle periodiche fluttuazioni dei prezzi energetici.

Installazione impianto fotovoltaico su tetti aziendali: vantaggi immediati

Abbiamo parlato del risparmio in bolletta se si inizia a produrre energia elettrica per l’autoconsumo, riducendone la quantità prelevata dalla rete elettrica.

Ma non è solo questo il vantaggio che è possibile ottenere decidendo di installare i pannelli fotovoltaici sui tetti aziendali. Eccone alcuni:

  • Accesso al bonus per effettuare la rimozione dell’amianto dal tetto, in modo da riqualificare l’immobile e aumentarne il valore
  • Blocca dei costi per 20 anni, svincolandosi dalle variazioni del mercato energetico. In questo modo l’azienda deve gestire solo i costi di investimento per l’installazione e la gestione operativa.
  • Riduzione delle emissioni di CO2

Promozione dell’immagine Green dell’azienda

L’impianto fotovoltaico non è solo un investimento con un buon ritorno. Scegliere di utilizzare energie rinnovabili per il fabbisogno energetico dell’azienda, permette di mostrare un’immagine “Green”, ovvero, un approccio attento all’ambiente.

Negli ultimi anni si è parlato molto di problemi ambientali e di inquinamento, puntare sulla responsabilità in questo senso, può essere un plus nella strategia comunicativa.

Diversi studi dimostrano che promuovere l’immagine “Green”, aiuta a migliorare la percezione che i clienti hanno dell’azienda.

Inoltre, l’energia fotovoltaica riduce l’inquinamento, basti pensare che mediamente è possibile ridurre le emissioni di CO2 per un valore di 0,5 kg per kWh prodotto.

Fotovoltaico: tutti gli incentivi per le aziende

Le aziende che decidono di installare impianti fotovoltaici per la produzione di energia da fonte rinnovabile, possono farlo beneficiando di alcuni incentivi statali.

È stato realizzato il Piano di Transizione 4.0 che prevede delle misure a sostegno dell’economia, includendo incentivi per il fotovoltaico che vanno ad affiancarsi a quelle già esistenti.

Piano di transizione 4.0

Il Piano Nazionale Transizione 4.0 va ad aumentare i campi di applicazione di misure esistenti riguardanti l’iper-ammortamento e il super-ammortamento.

Al momento della sua introduzione, c’era stato il potenziamento dell’aliquota di ammortamento del fotovoltaico, passata dal 6% del 2020 al 10% del 2021 per un importo massimo di 2 milioni di euro.

È stata poi estesa la durata del credito d’imposta che può essere richiesto anche per il 2022, per interventi e acquisti di beni strumentali documentati ed effettuati a partire dal 16 novembre 2020 fino al 31/12/2022. È quindi ancora possibile usufruire di questo incentivo.

Imprese del Sud e contributo conto capitale a fondo perduto

Le imprese del sud possono richiedere un credito d’imposta per i costi sostenuti per il miglioramento dell’efficienza energetica e per gli interventi che incentivano o incrementano la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Inoltre, il decreto varato dal Governo per contenere il caro energia, include un Fondo Rinnovabili per le Piccole e Medie Imprese dell’ammontare di 267 milioni di euro. Questo prevede l’erogazione di contributi in conto capitale a fondo perduto per realizzare impianti fotovoltaici fino a 200 kW di potenza.

Le semplificazioni burocratiche per il fotovoltaico

Con il decreto Energia 17/2022, il governo ha deciso di incentivare le aziende e i privati alla produzione di energia tramite fonti rinnovabili. Per questo motivo sono state inserite delle semplificazioni, rendendo più semplice l’installazione dei pannelli solari su tetti aziendali, agricoli, privati e di edifici pubblici.

Grazie a questa semplificazione, l’installazione degli impianti fotovoltaici viene inquadrata come manutenzione ordinaria, quindi, non più subordinata all’ottenimento di permessi o autorizzazioni, ad eccezione delle aree in cui sono presenti vincoli ambientali o paesaggistici.

Inoltre, è previsto un modello semplificato per installare impianti di potenza compresa tra i 50 kW e sotto i 200 kW, rendendo molto più snello l’iter burocratico.

Vuoi conoscere tutti gli incentivi 2022 per impianti fotovoltaici e richiedere una consulenza per installare i pannelli solari sui tetti aziendali? Contattaci, la nostra direzione ti risponderà nel minor tempo possibile per prendere un appuntamento e proporti un preventivo gratuito.

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Pompa di calore elettrica e impianto fotovoltaico

Pompa di calore elettrica

Sono molti i sistemi di riscaldamento e raffreddamento disponibili per le abitazioni, tra questi c’è la pompa di calore elettrica, considerata un sistema rinnovabile perché sfrutta l’energia termica derivata da fonti come acqua, aria e terreno.

Infatti, se ne sente parlare più frequentemente nell’ultimo periodo, poiché l’installazione della pompa di calore elettrica e della caldaia a condensazione rientrano tra gli interventi eseguibili con il SuperBonus 110% a condizioni agevolate.

Oltre al riscaldamento e il raffrescamento, la pompa di calore viene utilizzata anche per produrre acqua calda sanitaria con accumulo.

La fonte esterna che la pompa di calore utilizza per estrarre il calore è denominata sorgente fredda e può essere: aria esterna, acqua di falde, pozzi, laghi e fiumi vicini all’edificio o accumulati in un serbatoio, terreno.

Principio di funzionamento della pompa di calore

Il funzionamento della pompa di calore elettrica è molto simile a quella di un frigorifero ma invertito. Mentre in quest’ultimo il calore è estratto dall’interno per poi essere espulso all’esterno, con la pompa di calore elettrica, avviene il contrario ma sfruttando lo stesso principio.

Il calore viene estratto dalla fonte naturale (terra, acqua o aria) e trasportato nell’edificio alla temperatura giusta, in base al tipo di impianto di riscaldamento installato.

In commercio sono disponibili diversi modelli di pompe di calore, per conoscerli nel dettaglio ti invitiamo a leggere il nostro articolo di approfondimento sulla pompa di calore.

Perché installare una pompa di calore

Installare una pompa di calore porta numerosi vantaggi, in particolare per ciò che riguarda l’efficienza energetica e la riduzione dei consumi.

La pompa di calore elettrica è un dispositivo a basso impatto ambientale, perché non utilizza combustibili fossili.

Installarla permette di risparmiare sui consumi e i costi in bolletta, nonostante l’investimento iniziale possa essere più oneroso.

Basti pensare che un sistema geotermico riesce ad offrire un risparmio medio annuo del 40%.

Parliamo di un dispositivo molto vantaggioso che permette di aumentare l’efficienza energetica dell’edificio e il suo valore sul mercato.

Inoltre, le prestazioni di una pompa di calore elettrica sono superiori ai tradizionali sistemi di riscaldamento e possono essere utilizzate, oltre che per il riscaldamento/raffrescamento, per produrre l’acqua calda sanitaria.

Utilizzare la pompa di calore riduce le emissioni nocive, inoltre, può essere combinata con impianto fotovoltaico.

Pompa di calore e impianto fotovoltaico

Tra i sistemi integrati di autoproduzione energetica la combinazione tra pompa di calore e sistema fotovoltaico è una delle più vantaggiose.

I costruttori di impianti a risparmio energetico sanno che integrare la pompa di calore elettrica ai pannelli solari, permette di ottenere una buona riduzione dei consumi su base annua.

Un vantaggio non solo per le abitazioni private ma anche per le aziende che vogliono puntare sulle fonti energetiche rinnovabili.

In questa tipologia di sistema, il compressore della pompa di calore viene alimentato tramite l’energia elettrica prodotta con l’impianto fotovoltaico.

Questo consente di avere una quota energetica maggiore proveniente dal sole. Ma vediamo quali sono gli altri vantaggi.

Minore inquinamento

Integrare il fotovoltaico con la pompa di calore riduce l’impatto ambientale di consumi e inquinamento. Le pompe di calore, come anticipato in precedenza, utilizzano fonti naturali come l’aria, l’acqua e la terra, per produrre l’energia necessaria a riscaldare o raffreddare gli ambienti.

Un sistema ibrido con il fotovoltaico permette di fare alternanza tra i generatori interni in base alla temperatura esterna, questo consente di ottimizzare i consumi e di lavorare sull’efficientamento energetico.

Il sistema fotovoltaico integrato alla pompa di calore elettrica, non utilizza i combustibili fossili, riducendo l’impatto ambientale.

Risparmio economico

Impianto fotovoltaico e pompa di calore assicurano un buon risparmio economico dovuto alla riduzione dei costi presenti in bolletta.

Un’ottima soluzione per contenere gli aumenti dei costi energetici, riducendo l’utilizzo dei combustibili fossili per produrre energia.

I due sistemi integrati offrono un risparmio energetico immediato e permettono anche di ottenere delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica che, riescono a coprire una buona parte delle spese da affrontare per l’acquisto e l’installazione degli impianti.

Bassa manutenzione

Una manutenzione minima impatta positivamente sui costi di produzione dell’energia prodotta con sistema ibrido, che mette insieme pompa di calore e fotovoltaico.

Si tratta di due sistemi che necessitano di pochi interventi, poiché privi di parti meccaniche, serbatoi di carburante e canne fumarie.

Affinché l’impianto sia sempre efficiente, è sufficiente un controllo periodico eseguito da un tecnico professionista abilitato.

L’impianto fotovoltaico ha bisogno di una pulizia approfondita di almeno una volta all’anno, al massimo due.

Pompa di calore consumi

I consumi della pompa di calore dipendono dal tipo di impianto e di macchinari e sono legati, soprattutto, alle dimensioni della pompa.

Una pompa di calore elettrica da 5 kW può assorbire tra i 500 W e i 2.000 W, ma il consumo dell’energia elettrica varia anche in base alle varie fasi di utilizzo.

Al momento dell’accensione, viene assorbita una quantità di energia maggiore per raggiungere velocemente la temperatura desiderata. In questo caso può consumare fino a 2 kWh nella prima ora.

Quando la temperatura ideale viene raggiunta, la pompa di calore elettrica consuma fino a 0,5 Kwh all’ora.

Nei climi particolarmente rigidi, il consumo in un mese può arrivare a 1.000 kWh, con una spesa mensile media di 230 euro.

Tuttavia, questo costo è approssimativo, poiché bisogna tener conto delle tariffe del proprio gestore energetico e del tipo di contratto attivato.

Installando un impianto fotovoltaico è possibile abbattere questi costi, poiché viene integrata una quota maggiore di energia da fonte rinnovabile, che riducono i consumi e, di conseguenza, i costi in bolletta.

Pompa di calore e fotovoltaico Installazione Lecce

La nostra azienda si occupa dell’installazione di pompe di calore con il sistema ibrido ad impianto fotovoltaico.

Siamo disponibili su Lecce, Brindisi, Taranto e in tutta la Puglia per effettuare sopralluoghi e valutare la realizzazione di impianti di riscaldamento con fotovoltaico.

Se cerchi costruttori di impianto a risparmio energetico, possiamo fornirti le migliori soluzioni attualmente presenti sul mercato, con la possibilità di accedere al SuperBonus 110% e a tutti gli incentivi statali disponibili per abbattere i costi iniziali.  Contattaci per una consulenza gratuita, i nostri operatori sono a tua disposizione.

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Detrazione fiscale porte blindante 2022

Porte blindate

Sostituire le porte blindate oggi è molto più vantaggioso grazie ai tanti bonus e detrazioni fiscali disponibili, pensati per abbattere i costi delle nuove installazioni.

Il Governo ha messo in campo una serie di bonus fiscali per andare incontro alle esigenze dei cittadini, per ciò che riguarda le porte blindate parleremo di Ecobonus per risparmio energetico e Bonus Sicurezza.

Quando si parla di detrazione fiscale si fa riferimento all’importo che può essere sottratto dalle imposte da pagare, in sede di dichiarazione dei redditi.

Per ciò che riguarda la detrazione fiscale porte blindate parliamo del 50% del costo sostenuto, ma la casa o altra abitazione dovrà essere già esistente, accatastata e dotata di impianto di riscaldamento.

Il Decreto Requisiti ha introdotto tutti i requisiti necessari e i tetti massimi per poter accedere al bonus sicurezza 2022 e all’ecobonus.

Nei paragrafi successivi spiegheremo in modo semplice e chiaro chi può accedere a questi bonus e in che modo.

Bonus sicurezza porte blindate

Come anticipato, se hai intenzione di sostituire la porta d’ingresso della tua abitazione puoi godere dei vantaggi dell’Ecobonus per risparmio energetico e del Bonus Sicurezza.

Ecobonus porte blindate

Questo bonus viene concesso se la porta blindata contribuisce al miglioramento termico dell’abitazione, per potervi accedere bisogna  rispettare due obblighi.

Il primo è quello del limite di spesa massima per metro quadrato, che dipende dalla zona climatica si appartenenza.

  • Nelle zone climatiche A, B, C la spesa massima detraibile è di 550€/mq
  • Nelle zone climatiche D, E, F la spesa massima detraibile è di 650€/mq

I valori indicati non tengono conto dei costi sostenuti per l’IVA, le prestazioni dei professionisti relativi alla progettazione tecnica e al rilievo delle misure, oltre che all’installazione. Tutti questi costi vengono considerati a parte e sono detraibili.

Il secondo requisito riguarda la trasmittanza termica, ci sono dei valori di riferimento entro i quali è possibile fare richiesta dell’Ecobonus, ti invitiamo a consultarti all’interno del DM Requisiti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Il limite massimo di spesa che è possibile portare in detrazione è di 60.000 euro, i rimborsi avvengono annualmente per 10 anni con importo uguale.

Inoltre, sempre rispettando i massimali al metro quadro è possibile beneficiare dello sconto in fattura e scontare fin da subito la spesa per la porta blindata.

Bonus Sicurezza Porte Blindate

Il Bonus Sicurezza può essere richiesto per quegli interventi finalizzati a prevenire il rischio di comportamenti illeciti di terze persone che possano ledere i diritti giuridicamente protetti, tra cui il furto e l’aggressione.

Le porte blindate rientrano quindi nel bonus sicurezza insieme ad altri elementi tra cui: grate, cancelletti, rilevatori di apertura ed effrazione serramenti, vetri antisfondamento, antifurto e centraline, tapparelle metalliche con blocchi, telecamere di videosorveglianza, installazione, sostituzione o rinforzo di cancelli e recinzioni.

Il limite massimo da portare in detrazione è parti a 90.000 euro, con rimborsi di pari importo per 10 anni.

Per poter chiedere lo sconto in fattura, in questo caso, si dovrà scegliere il bonus ristrutturazione e aprire una pratica edilizia.

Sconto in fattura porte blindate: come funziona?

Lo sconto in fattura per le porte blindate è uno degli aspetti più interessanti, ma come funziona? Quando acquisti la porta blindata paghi metà del prezzo di acquisto, ottenendo un buon risparmio immediato.

È possibile optare per questa agevolazione solo se, come anticipato, scegli il bonus ristrutturazione (sicurezza), quindi, esclusivamente se stati facendo interventi di manutenzione straordinaria. Avrai bisogno di una SCIA o CILA.

Per l’Ecobonus dovrai rispettare tutti i massimali su metro quadrato, ottenendo il pagamento solo delle metà della spesa detraibile.

La detrazione è valida per tutte le classi di sicurezza della porta blindata?

Le porte blindate sono divise in 5 classi di sicurezza, le famose classi anti-effrazione, in base alla tipologia installata è possibile ottenere la detrazione? La risposta è Sì.

Se vivi in una casa o condominio, la porta blindata ideale è quella di classe 3 o 4, se vuoi saperne di più sull’argomento ti invitiamo a leggere il nostro articolo di approfondimento su come scegliere le porte blindate.

Quindi, il bonus sicurezza può essere richiesto indipendentemente dal tipo classe anti-effrazione di appartenenza, in quanto, qualunque porta è destinata a prevenire il rischio di intrusione e comportamenti illeciti di terzi.

Chi può beneficiare del bonus sicurezza e dell’ecobonus?

Possono goderne tutti i proprietari, i nudi proprietari, i locali, i comodatari, i familiari conviventi e coloro che hanno diritto di godimento.

Per poter ottenere la detrazione fiscale porte blindate è necessario effettuare pagamenti solo tramite bonifico bancario o postale speciale con casuale che indichi il numero della fattura e la data; il codice fiscale di chi fa richiesta della detrazione e il codice fiscale o partita IVA della ditta che esegue il lavoro.

Se si decide di utilizzare il Bonus Sicurezza, all’interno del bonifico bisogna anche citare l’articolo 16 bis DPR 917/1986.

Prezzi porte blindate

Il costo di una porta blindata dipende da diversi fattori, nello specifico: tipologia di porta, numero di ante, dimensioni, classi di sicurezza, pannelli e accessori esterni e altri componenti, posa in opera.

È quindi impossibile stabilire dei prezzi definitivi delle porte blindate, possiamo solo dare delle indicazioni generiche per aiutarti ad avere un’idea.

In base alla tipologia, alla qualità dei materiali e al livello di sicurezza, prendendo come riferimento le porte blindate per l’abitazione (quindi classe 3 o 4), il range di prezzo comprende un minimo di 2.000 euro e un massimo di 6.000 euro.

Costi che possono essere dimezzati grazie ai bonus di cui abbiamo parlato in questo articolo.

Porte blindate Calemacasa Bonus e detrazioni

La nostra azienda può aiutarti a sbrigare le pratiche per ottenere i bonus per abbattere i costi d’installazione delle porte blindate. Facciamo tutto noi, non dovrai fare altro che accettare il preventivo e fornirci i dati necessari in base alla tipologia di bonus a cui vuoi accedere.

Contattaci per richiedere un preventivo senza impegno che includa il costo delle porte blindate comprensivo del lavoro di trasporto e installazione.

Puoi ottenere la porta blindata per la tua casa a metà prezzo grazie allo sconto in fattura. Chiedi una consulenza gratuita per sapere se puoi ottenere questa agevolazione e acquistare le porte blindate per la tua casa con un risparmio immediato.

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Sostituzione caldaia: tutto quello che devi sapere

Sostituzione della caldaia

Una caldaia un po’ datata, nonostante la manutenzione, può risultare poco affidabile e inefficiente, a causa di guasti frequenti e di un consumo elevato di energia.

Col passare del tempo diventa poco conveniente continuare ad utilizzarla e valutarne la sostituzione è quasi una scelta obbligata.

La sostituzione della vecchia caldaia può far risparmiare sulla bolletta energetica del riscaldamento, garantire prestazioni superiori e regalare un comfort domestico davvero molto piacevole.

Le caldaie di ultima generazione hanno un sistema efficiente e innovativo che riesce a rispondere al fabbisogno energetico  e termico, ottimizzando i consumi e la spesa.

Ad esempio, le caldaie a condensazione hanno rendimenti stagionali molto elevati; se invece si preferiscono utilizzare fonti di energia rinnovabile, le pompe di calore e le caldaie a biomassa sono perfette, con consumi contenuti e nel rispetto dell’ambiente, assicurano ambienti sempre ben riscaldati.

Caldaie moderne: sicurezza e affidabilità

Due dei punti di forza delle caldaie moderne riguardano l’ottimo livello di sicurezza e affidabilità.

Le nuove caldaie sono progettate per essere dei sistemi sicuri, molto di più dei modelli più vecchi. In particolare, c’è molta attenzione sulle fuoriuscite di monossido di carbonio, gas inodore e insapore che viene liberato negli ambienti chiusi durante la combustione e, se inalato può danneggiare l’organismo e rappresentare un vero pericolo.

Le caldaie a condensazione e tutte quelle di ultima generazione sono molto più sicure sotto questo aspetto. Inoltre, i modelli più tecnologici sono anche dotati di ulteriori caratteristiche di sicurezza per ciò che riguarda la prevenzione delle perdite.

Quando è il momento di sostituire la caldaia?

La riparazione di una vecchia caldaia può essere molto costosa, inoltre, ci sono malfunzionamenti che non bisogna sottovalutare e che, nel lungo periodo, possono rappresentare un pericolo.

La manutenzione della caldaia dovrebbe proprio servire ad assicurare il corretto funzionamento della stessa.

Tuttavia, i problemi possono presentarsi ugualmente, ci sono poi dei segnali che ci fanno capire che la caldaia non funziona bene e che è arrivato il momento di cambiarla.

Bisogna sempre valutare l’origine del problema e la sua gravità, ci sono alcuni componenti della caldaia che una volta usurati devono essere necessariamente cambiati, insieme ad altri  parti. In questi casi, è quasi scontato decidere di comprarne una nuova.

La caldaia produce cattivo odore

Una caldaia che funziona correttamente non emette nessun odore sgradevole, per cui, se dovesse accadere, sarà necessario farla controllare immediatamente a un tecnico.

Il cattivo odore può dipendere da un problema di combustione, in particolare, rivelare la perdita di monossido di carbonio.

Altri segnali da considerare sono: la presenza di fiamma gialla; macchie di fuliggine scura sulla caldaia e intorno; fiamma pilota intermittente e formazione di condensa.

La caldaia fa rumore

La caldaia accesa e funzionante produce un suono molto basso e costante, quasi impercettibile per molti. Se si sentono colpi e vibrazioni potrebbero essere dei problemi, una valvola rotta, ad esempio, oppure guasti alla pompa.

La prima cosa da fare è spegnere immediatamente la caldaia e contattare un tecnico specializzato per fargli effettuare le verifiche.

In alcuni casi, il danno può essere lieve e risolvibile, ma è sempre importante essere certi che la caldaia torni a funzionare correttamente e in modo sicuro dopo l’intervento.

Se la riparazione è costosa, è preferibile procedere alla sostituzione acquistandone una nuova.

La caldaia ha oltre 10 anni

Anche se la caldaia è un prodotto di ottima qualità, come qualsiasi altro dispositivo, ha un suo ciclo di vita. Per cui, quando la caldaia ha più di 10 anni e necessita di manutenzione sempre più frequente, è arrivato il momento di sostituirla.

Ci sono altre ragioni che dovrebbero spingere alla sostituzione della vecchia caldaia dopo dieci anni, in particolare: tecnologia obsoleta ( caldaie a condensazione dal 2015); consumi energetici troppo alti; guasti frequenti e usura dei componenti.

Scarsa efficienza energetica

La caldaia con una classe energetica poco efficiente deve essere sostituita per non vedere il costo della bolletta lievitare, oltre che per ridurre l’inquinamento.

Come verificare l’efficienza della tua caldaia? Cerca l’etichetta energetica ErP, costituta da una scala colorata con 7 punti: Classe A (Verde) fino a Classe G (Rosso).

Se scegli di acquistare una caldaia a condensazione classe A, non solo potrai godere di maggiore efficienza energetica, ma beneficerai di una riduzione dei consumi e  di maggior rispetto dell’ambiente.

Presenza di perdite sotto la caldaia

Se intorno alla caldaia si nota la presenza di perdite d’acqua bisogna agire e valutare il danno. È probabile che le parti interne siano usurate o difettose. Le perdite possono causare ancora più danni e favorire la formazione della ruggine.

Inoltre, se ci sono perdite, il riscaldamento sarà meno efficienti, il che vorrà dire più sprechi e costi.

Sostituzione caldaia detrazione

Se la tua caldaia è datata o presenta frequenti malfunzionamenti, dovrai valutarne la sostituzione, acquistandone una di nuova generazione.

Puoi risparmiare grazie alle tante agevolazioni fiscali disponibili, dall’iva al 10% alle detrazione del 65%, e il SuperBonus del 110%.

Per conoscere i requisiti di accesso delle detrazioni sostituzione caldaia, puoi consultare il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, clicca qui.

Sostituzione caldaia con sconto in fattura Puglia

La nostra azienda mette a disposizione il servizio di consulenza energetica e assistenza pratiche per ottenere tutte le agevolazioni fiscali disponibili.

I nostri esperti avviano la pratica e la seguono fino all’approvazione, chiunque voglia effettuare la sostituzione della caldaia con detrazione del 65% o del 110%, sarà seguito e liberato da tutti gli adempimenti.

Calema permette di accedere anche alla sostituzione caldaia con sconto in fattura o cessione del credito. Siamo disponibili su Lecce, Brindisi e Taranto e in tutta la Puglia.

Se noti che la tua caldaia presenta uno dei problemi trattati in questo articolo o se hai deciso che è arrivato il momento di cambiarla perché troppo vecchia, contattaci.

I nostri consulenti sono a tua disposizione per fornirti tutte le informazioni necessarie e aiutarti a scegliere la caldaia più adatta alle tue esigenze. Inoltre, i tecnici effettueranno un sopralluogo per verificare l’impianto e consigliarti la migliore soluzione in termini di sicurezza e di efficienza.

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Manutenzione caldaia: in cosa consiste e a chi spetta?

Manutenzione caldaia

Per avere un impianto di riscaldamento sempre efficiente e funzionante, è necessario fare dei controlli periodici.

In particolare, per mantenere la caldaia attiva e performante bisogna sottoporla a verifiche e manutenzione con una certa costanza.

Inoltre, fare manutenzione alla caldaia è obbligatorio per legge, non farlo vuol dire andare incontro a possibili sanzioni.

In cosa consiste la manutenzione della caldaia? A chi spetta fare questi interventi? Proprietario o inquilino? In caso di edificio condominiale, cosa deve fare l’amministratore di condominio riguarda la manutenzione dell’impianto di riscaldamento? Nei paragrafi successivi cercheremo di rispondere a tutte queste domande.

Manutenzione caldaia: quali interventi?

La revisione obbligatoria della caldaia va effettuata indipendentemente dalla presenza di guasti o anomalie, e comprende due parti: manutenzione ordinaria e controllo dei fumi.

La manutenzione ordinaria riguarda il controllo di ogni parte dell’impianto di riscaldamento, come i ventilatori, il bruciatore, la camera di combustione, le guarnizioni, gli elettrodi, etc. Per poi concludere con la pulizia di tutto l’apparecchio.

Il controllo fumi, invece, ha l’obiettivo di esaminare l’efficienza energetica della caldaia, consiste in dei test che permettono di regolare il bruciatore, misurare il tiraggio e la temperatura dei fumi di combustione.

Inoltre, vengono misurati i valori inquinanti e i parametri di sicurezza e risparmio energetico.

Gli interventi di manutenzione ordinaria caldaia servono a impedire eventuali fughe di gas; evitare cortocircuiti alla rete elettrica; scongiurare anomalie o guasti che possono rendere pericoloso l’utilizzo della caldaia; diminuire l’inquinamento e far funzionare correttamente la caldaia.

Manutenzione ordinaria della caldaia: ogni quanto va effettuata?

Precisato che la manutenzione della caldaia è obbligatoria, ci sono delle tempistiche da rispettare per la frequenza dei controlli.

La periodicità è indicata all’interno del libretto dell’apparecchio fornito al momento dell’acquisto. Questo libretto è diventato obbligatorio dal 2016 ed è composto da schede assemblabili. Va custodito con cura, sotto la totale responsabilità del proprietario dell’immobile o dell’amministratore di condominio, se il riscaldamento è centralizzato.

È indispensabile perché, oltre a contenere tutte le informazioni tecniche della caldaia, permette di registrare gli interventi effettuati dalla prima accensione, sia di manutenzione ordinaria che straordinaria. In caso di controlli, il libretto va esibito insieme alle fatture.

Se invece l’impresa non fornisce indicazioni o l’impianto è molto vecchio, fanno fede le informazioni tecniche del modello fornite dalla casa produttrice.

In linea generale, comunque, la frequenza della manutenzione dipende dal modello di caldaia: un controllo annuale per la caldaia non alimentata a gas; uno ogni 2 anni per la caldaia a gas installata da più di 8 anni e ogni 4 anni se installata da meno di 8 anni.

Ad effettuare il controllo è un tecnico specializzato abilitato che, dopo la verifica, consegna il rapporto di controllo che va conservato all’interno della documentazione della caldaia.

Controllo fumi: ogni quanto verificare l’efficienza energetica?

Se per la manutenzione ordinaria della caldaia, la legge ne stabilisce l’obbligo ma non la periodicità, affidandosi alle indicazioni del costruttore, per il controllo fumi, invece, il legislatore indica dei periodi precisi in cui effettuarlo che, variano in base alla regione.

Secondo la norma, il controllo dei fumi deve essere effettuato obbligatoriamente ogni 2/4 anni, in base al tipo di impianto e combustibile.

È necessario fare il controllo ogni 2 anni per:

  • caldaie di potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kW, a combustibile liquido o solido;
  • caldaie di potenza superiore a 100 kW funzionanti a GPL o gas metano

Si passa a 4 anni per le caldaie con potenza superiore ai 10 kW e inferiore a 100 kW che usano Metano o GPL; infine, si accorcia a un anno per gli impianti termici con potenza superiore ai 100 kW con combustibile liquido o solido.

Tempistiche che possono variare in base ad indicazioni specifiche della regione di appartenenza o da informazioni precise all’interno del libretto dell’apparecchio.

Le caldaie con potenza inferiore a 10 kW come stufe a gas o elettriche, sono esenti dal controllo dei fumi.

Manutenzione caldaia: chi deve pagare?

Se la manutenzione e il controllo dei fumi viene effettuato presso un’abitazione privata, è ovviamente il proprietario dell’immobile a pagare.

Per quanto riguarda l’appartamento in affitto si fa riferimento al Codice Civile, all’articolo 1576 che indica che tutte le spese riguardanti la manutenzione della caldaia, le negligenze o l’uso improprio dell’apparecchio, sono a carico dell’inquilino.

I costi di manutenzione straordinaria della caldaia, invece, sono a carico del proprietario, rientrano tra gli interventi la sostituzione della caldaia e l’adeguamento agli obblighi di legge.

All’interno di un condominio, invece, il responsabile dell’impianto termico centralizzato è l’amministratore di condominio.

Costo manutenzione ordinaria

Il costo degli interventi di manutenzione ordinaria e aggiornamento libretto ha un costo orientativo compreso tra 70 e 90 euro, che varia in base alla regione e alla ditta eseguitrice del controllo.

In questa cifra non è incluso il controllo dei fumi che, porta la spesa fino a 130/140 euro. Anche in questo caso, se l’abitazione è privata, paga il proprietario, mentre se si tratta di un immobile in affitto, è l’inquilino a farsi carico della spesa.

Al termine della revisione e del controllo dei fumi, il tecnico consegna un bollino blu che comporta un costo aggiuntivo e che serve, oltre ad accertare il corretto funzionamento della caldaia, anche a verificare che sia stato effettuato il pagamento dei contributi previsti dalla legge.

Mancata manutenzione caldaia: quali sono le sanzioni?

Se i controlli non vengono effettuati entro i termini specifici, si va incontro a una sanzione variabile, nello specifico:

  • da 50 a 200 euro in caso di mancata revisione e irregolarità
  • da 500 a 600 euro in assenza di libretto regolamentare
  • dai 500 ai 3000 euro in caso di mancato controllo del rendimento della combustione e per i rimborsi delle spese di verifica

I Comuni devono avvisare almeno 20 giorni prima del controllo, per dare il tempo di intervenire ed evitare la sanzione.

Ad ogni modo, ricordiamo che la revisione della caldaia è importante soprattutto per poter utilizzare l’apparecchio in sicurezza ed evitare pericoli.

Hai bisogno di un intervento di manutenzione ordinaria e controllo fumi della tua caldaia? Contattaci, operiamo su Lecce, Brindisi, Taranto e tutta la Regione Puglia. Chiedici un preventivo gratuito per valutare l’intervento.

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